A proposito del gruppo Unicredit
Unicredit è un gruppo italiano che conta tra i leader del settore bancario europeo. La sua attività tocca diversi settori bancari tra i quali principalmente la rete di sportelli bancari, la banca d’affari, di investimenti e di finanziamenti del mercato e i servizi di gestione degli attivi. Un’altra parte delle sue entrate deriva dalle attività in Polonia e nell’Europa Centrale e dell’Est.
Con non meno di 9.000 agenzie nel mondo, Unicredit gestisce oltre 400 miliardi di euro di deposito e 500 miliardi di euro di prestiti in essere.
Storia del gruppo Unicredit
Alla fine degli anni ’90, per la precisione nel 1998, dalla fusione dei gruppi Credito Italiano (formato da Credito Italiano e Rolo Banca 1473) e Unicredito (formato da Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, Cassa di Risparmio di Torino e Cassamarca), nasce Unicredito Italiano.
Nel 1999 vengono assorbite dal gruppo anche Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e Cassa di Risparmio di Trieste.
Agli inizi degli anni 2000, con il progetto S3, i servizi offerti dal gruppo bancario si dividono in: Unicredit Banca (sezione interamente dedicata alle famiglie, ai privati e alle piccole medie imprese), Unicredit Private Banking (dedicata ai clienti ad alto reddito) e Unicredit Banca d’Impresa (esclusivamente dedicata alle grandi aziende).
È nel 2003 che il gruppo bancario si unifica e adotta il marchio UniCredit
Nel 2005 è stata annunciata l'OPA sulla banca tedesca HVB-Group con il raggiungimento del 93,93% di adesioni.
Nel 2007 si registra invece la fusione per incorporazione di Capitalia S.p.A. in UniCredit S.p.A.
La crisi economica del 2008 colpisce anche il gruppo UniCredit, con una perdita registrata in quell’anno del 29%.
Nel 2010 la banca supera lo "stress test" effettuato dal Committee of European Banking Supervisors confermando la sua solidità patrimoniale.
Il capitale sociale sottoscritto e versato della Società al 23 gennaio 2017 è pari a 20.846.893.436,94 euro ed è così suddiviso: 618.034.306 azioni, di cui 617.781.817 azioni ordinarie (capitale sociale 20.838.376.739,36 euro) e 252.489 azioni di risparmio (capitale sociale 8.516.697,58 euro), entrambe prive di valore nominale.
Il 6 febbraio 2017 c’è stato un aumento di capitale di 13 miliardi di euro e le azioni sono state offerte a 8,08€ con uno sconto del 38% sul Terp. L’offerta è di 13 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 5 azioni ordinarie o di risparmio possedute.
Oggi UniCredit S.p.A. si afferma tra i primi gruppi bancari italiani ed europei. Ha sede sociale a Roma e direzione generale a Milano.
La banca conta oltre 40 milioni di clienti ed opera in 22 Paesi.
I principali concorrenti di Unicredit
Unicredit è a tutt’oggi la più grande banca italiana e tenta di farsi un posto nel mercato europeo. Ma deve comunque far fronte ad una concorrenza fortissima da parte delle altre grandi banche del paese che vi proponiamo di scoprire più nel dettaglio grazie alla lista dei principali gruppi bancari italiani classificati in ordine di importanza sul mercato.
- Il secondo posto della classifica spetta ad Intesa Sanpaolo.
- In terza posizione troviamo la BPER
- In quarta posizione troviamo la Cassa Depositi e prestiti.
- In quinto posizione si trova il Monte dei Paschi di Siena (MPS).
- Il sesto posto della classifica è per UBI Banca.
- Banco BPM di trova al settimo posto della classifica italiana.
- Segue la Banca Nazionale del Lavoro.
- Poi Mediobanca che è all’ottavo posto, molto dietro Unicredit.
È veramente consigliabile documentarsi su queste banche concorrenti prima di cominciare a trattare le azioni Unicredit online per affinare meglio la propria analisi fondamentale del settore bancario italiano.
I principali partner di Unicredit
Unicredit tenta di svilupparsi in Italia e all’estero, in particolare stringendo alleanze strategiche con varie società. Vi proponiamo di scoprire alcuni dei partenariati più importanti attivati dal gruppo.
I gruppi Renault e Nissan hanno in particolare creato una joint-venture di finanziamento in Russia con il gruppo Unicredit nel 2013.
Sempre nel 2013 IBM ha concluso un partenariato di 10 anni con la società Unicredit specializzata nei servizi bancari e finanziari. IBM permetterà ad Unicredit di trasferire la propria infrastruttura informatica nel Cloud.
Unicredit e Amundi hanno infine annunciato nel 2014 la firma di un partenariato per il finanziamento dell’economia reale attraverso dei fondi di prestito per le PMI tedesche. Questa prima transazione ammonta a 25 milioni di euro.
Analisi della quotazione dell’azione Unicredit
Quotato alla Borsa italiana, la quotazione dell’azione Unicredit fa parte del calcolo dell’indice FTSE MIB.
Dati borsistici importanti a proposito delle azioni Unicredit
Per andare oltre e sapere tutto sulle azioni Unicredit per capire più facilmente il suo posizionamento sul mercato borsistico, vi proponiamo qui alcune informazioni supplementari relative al titolo di questa società:
- Nel 2017 la capitalizzazione borsistica totale della società Unicredit è di 34.424,68 milioni di euro.
- Il numero di titoli emessi dalla società Unicredit e in circolazione sul mercato è attualmente di 2.224.911.123.
- Il corso delle azioni Unicredit viene attualmente quotato in Italia sul Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana.
- La società Unicredit fa anche parte della composizione dell’indice borsistico europeo FTSE Eurotop 100.
- L’azionariato della società Unicredit è composto per il 5.04% da quote di Aabar Luxembourg, per il 4.99% da quote del fondo d’investimento BlackRock, per il 3.46% da quote della Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Belluno e Ancona, per il 2.92% da quote della Central Bank of Lybia e per il 2.52% da quote della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino.
Grazie a queste informazioni avete tutte le carte in mano per realizzare una strategia di investimento concreta e valida sul titolo Unicredit.
Storico economico e finanziario della società Unicredit
Ecco alcune date da conoscere se si desidera analizzare correttamente i grafici borsistici storici e trarne delle conclusioni appropriate.
- Nel 2000 il gruppo Unicredit acquista la più grande banca della Croazia, Aagrebacka Banka, oltre alla Demirbank in Romania e la Zivnostenka Banka in Repubblica Ceca. Acquista poi Pioneer Global Asset Management negli Stati Uniti e diventa partner del Koç Group in Turchia.
- Nel 2005 Unicredit opera una fusione con Hypi Vereinsbank, la seconda banca tedesca per un importo di 19,2 miliardi di euro tramite uno scambio di azioni che comprende le partecipazioni minoritarie di HBV e della polacca BHP.
- Nel 2007 il gruppo acquista la quarta banca italiana, Capitalia, per 22 miliardi di euro in azioni e diventa allora la seconda capitalizzazione borsistica di questo settore in Europa e leader della Zona Euro.
- Nel 2008, durante la crisi dei subprimes, Unicredit, leader del settore bancario in Italia, deve far ricorso al mercato per raccogliere 6,3 miliardi di euro.
- Nel 2012 Unicredit raccoglie 7,4 miliardi di euro e annuncia la soppressione di 6.150 posti di lavoro.
- Nel 2014 Unicredit annuncia delle perdite per 15 miliardi di euro nel quarto trimestre 2013 e la soppressione di 8.500 posti di lavoro in 4 anni.
- Nel 2015 Unicredit unisce la propria filiale di gestione di attivi negli Stati Uniti, Unicredit’s Pioneer, a quella della Santander, Santander Asset Management in seguito al fallimento degli stress-test da parte di Santander. Lo stesso anno Unicredit annuncia la soppressione di 18.200 posti di lavoro per il 2018 di cui 6.000 in occasione della vendita delle proprie attività in Ucraina e della joint venture con Santander. Allo stesso tempo, il gruppo annuncia la chiusura di 800 agenzie.
- Nel 2016 Amundi annuncia l’acquisto di Pioneer, filiale per la gestione di attivi di Unicredit, per 3,75 miliardi di euro e Unicredit raccoglie 13 miliardi di euro di fondi.
Vantaggi e punti forti delle azioni Unicredit come attivi di Borsa
Se fate parte di quegli investitori che hanno in programma una strategia di investimento a lungo termine sulla quotazione delle azioni Unicredit dovete basare le vostre prese di posizione sulla tendenza di fondo di questo titolo. Il modo migliore per sapere come evolveranno queste azioni a lungo termine è di analizzare le forze e le debolezze dell’azienda per determinarne le possibilità di crescita. È quanto vi proponiamo qui cominciando da un richiamo ai diversi punti di forza del gruppo.
Prima di tutto, ricordiamo che il gruppo Unicredit gode di un posizionamento vantaggioso nel suo settore di attività ovvero quello bancario. Ad oggi, infatti, questo istituto bancario è ancora la più grande banca d’Italia e ciò gli conferisce una certa stabilità rispetto ai suoi concorrenti nazionali. Unicredit beneficia inoltre di un buon posizionamento al di fuori del suo paese d’origine e in Europa. Il gruppo bancario fa infatti anche parte dei leader dell’industria europea dei servizi finanziari e questo è ovviamente un altro importante atout.
Unicredit può inoltre profittare di una denominazione forte e riconoscibile sia in Italia che in Europa che ha contribuito all’immagine di marca dell’istituto, immagine che si è rafforzata nel tempo e che svolge attualmente la funzione di riparo presso molti clienti consumatori.
Dal punto di vista del posizionamento geografico del gruppo Unicredit, va anche sottolineata la buona ripartizione delle sue attività in tutta Europa e in alcuni altri paesi nel mondo. Unicredit impiega infatti attualmente oltre 170.000 dipendenti in oltre 22 paesi differenti.
Infine, gli investitori e gli azionisti su questo titolo si sentono anche rassicurati dalla situazione finanziaria particolarmente sana del gruppo Unicredit quando la maggior parte delle banche è oggetto di critiche e fatica a rispettare le norme europee in vigore. Si può sottolineare in particolare come vero e proprio punto forte di questa banca la sua capacità nel ridurre continuamente, da ormai diversi anni, le proprie spese di gestione.
Svantaggi e punti deboli delle azioni Unicredit come attivo di Borsa
Adesso che conoscete i punti di forza delle azioni Unicredit e i vantaggi di questo gruppo che potrebbero permettere alle sue azioni in Borsa di evolvere al rialzo nel corso dei prossimi anni, è altrettanto interessante conoscere le debolezze di questa azienda italiana. Infatti, prima di qualsiasi presa di posizione, dovete compensare le vostre valutazioni prendendo in considerazione anche gli elementi negativi che potrebbero rappresentare un freno importante all’evoluzione delle tendenze borsistiche di questo attivo. È quanto vi proponiamo qui con il riassunto degli svantaggi di questo valore.
Per prima cosa, sebbene il gruppo Unicredit sia conosciuto per essere uno dei principali gruppi finanziari d’Europa, si nota anche che gli attivi che detiene sono di bassa qualità. Ciò pesa sul morale degli investitori e fa sì che il gruppo venga additato dalla critica e dagli analisti.
Gli introiti del gruppo costituiscono un ulteriore punto debole importante. I valori di remunerazione di questo gruppo bancario restano infatti ad oggi insufficienti e relativamente bassi rispetto alle aspettative degli specialisti. In particolare, l’utile operativo dell’istituto mostra dei segni di debolezza e registra un calo costante da diversi anni malgrado delle spese di gestione particolarmente ben gestite. Unicredit deve quindi fare ancora molti sforzi per raggiungere un buon equilibrio di redditività.
Nonostante il recente riassestamento finanziario dell’istituto, Unicredit soffre ancora delle ricadute delle sue precedenti disavventure. Nel 2015, infatti, il gruppo bancario non era riuscito a soddisfare le esigenze di fondi propri fissate dallo SREP. Questa situazione gli aveva causato seri problemi e aveva provocato un forte calo della quotazione del suo titolo sui mercati borsistici. Anche se la situazione è oggi un po’ più ottimistica, molti investitori si mostrano ancora diffidenti su questa banca. Questa sanzione dei mercati è inoltre stata anche amplificata dalla pubblicazione delle performance dell’anno 2016, nel corso del quale, infatti, il gruppo aveva mostrato dei segni di debolezza con una performance globale inferiore alla media nel quadro dell’EBA. Nel 2016 il gruppo aveva infatti registrato nel suo esercizio finanziario annuale delle spese non ricorrenti molto elevate.